La coltivazione del tè
Mentre un tempo le piante venivano seminate, ai giorni attuali si tende a produrle per propaggine, cioé da talee o rami radicati trapiantati. In questo modo è possibile selezionare da subito le piante più resistenti alle malattie e quelle più produttive.
Le piante crescono in vivaio per essere poi trapiantate in piena terra dopo circa 6 mesi; non vengono potate per almeno 2 anni e la raccolta inizia dopo 3-5 anni.
A seconda della zona climatica in cui si trova la pianta, questa può crescere continuamente tutto l’anno oppure avere solo dei periodi vegetativi: nei climi più freschi la stagione di raccolta è quindi più corta, mentre nei climi più caldi le piante producono con più abbondanza.
La raccolta più pregiata è quella che deriva dai germogli terminali della pianta: normalmente vengono raccolti il germoglio e le due foglie sottostanti.
L’India è uno dei maggiori produttori di tè, con circa 13.000 piantagioni. Qui si produce circa il 30% del tè nero di tutto il mondo. Le specialità sono il Darjeeling, l’Assam e il Nilgiri.
Il Darjeeling viene coltivato a 1.800 metri alle pendici della catena himalayana, le foglie si raccolgono da maggio a ottobre; l’Assam si coltiva sulle rive del fiume Brahmaputra, a est del Darjeeling, in una zona molto piovosa; viene raccolto da luglio a settembre. Il Nilgiri viene coltivato a quote comprese fra 300 e 1.800 metri; dopo l’Assam è la seconda zona produttrice in India. Questa varietà di tè viene raccolta nei periodi fra aprile e maggio e settembre e ottobre.
L’India esporta soprattutto in Iran, Polonia, Egitto e Inghilterra. Anche se la maggior parte della produzione è di tè nero, viene prodotto anche, in piccole quantità, tè verde.
In Cina il tè di prima qualità viene coltivato in 18 regioni: ne vengono prodotte diverse varietà, ma circa l’80% è tè verde (soprattutto per il mercato interno).
I migliori tè sono quelli raccolti fra aprile e maggio e sono circa il 50% della produzione totale. L’esportazione è cresciuta molto, i mercati maggiori sono USA, Polonia, Tunisia, Marocco, Hong Kong, Inghilterra e vengono esportati tè neri e oolong, tè bianchi, tè verdi, al gelsomino, pressati come il Pu Erh (consigliato per le sue proprietà medicinali).
In Giappone le coltivazioni di tè hanno un aspetto abbastanza diverso da quelle degli altri paesi: i bassi cespugli formano lunghe corsie verdi, le piantagioni sono situate soprattutto vicino a fiumi e laghi. La raccolta inizia alla fine di aprile e viene effettuata manualmente o con cesoie automatiche.
In Giappone si produce solo tè verde, tra cui il Gyokuro, considerato il più pregiato, il Tencha, usato per fare il tè Matcha in polvere, il Sencha, il tè più comune che viene bevuto quotidianamente e il Bancha, varietà meno pregiata di Sencha.
In Sri Lanka le coltivazioni sono posizionate fra i 900 e i 2.000 metri di altitudine, nelle zone a sud del paese; il raccolto si effettua tutto l’anno, anche se i migliori tè vengono prodotti da fine giugno a fine agosto a oriente e da febbraio a marzo a occidente, in zone ad alta quota.
Le zone di maggior produzione sono: Galle (a sud), Ratnapura, Kandy, Nuwara Eliya (zona d’alta quota), Dimbula (a ovest) e Uva.
La maggior parte della produzione di tè viene esportata in Russia, nel Medio Oriente e Africa del Nord.
Il Kenia è uno dei maggiori produttori al mondo di tè, le zone produttrici più famose sono quelle nelle Highlands, a quote di 1.500-2.700 metri; le piogge sono frequenti e le piante germogliano tutto l’anno. I migliori tè vengono raccolti tra gennaio e febbraio e luglio; i paesi di esportazione sono il Regno Unito, la Germania, l’Irlanda, ii Paesi Bassi, il Canada, il Giappone e l’Egitto.
Altri paesi produttori di tè: Camerun, Malawi, Sud Africa, Tanzania, Burundi, Etiopia, Madagascar, Mauritius, Mozambico, Ruanda, Uganda, Zimbabwe, Indonesia, Taiwan, Bangladesh, C.S.I., Iran, Malaysia, Nepal, Turchia, Vietnam, Argentina, Brasile, Ecuador, Perù, Azzorre, Australia, Papua Nuova Guinea.